Cornacchino – Miniera
Località Cornacchino, Castell’Azzara
La storia mineraria di quest’area inizia da tempi lontanissimi, come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo, infatti nella mappa del 1913 dell’Ing. C. De Castro, viene riportata una Linea del Giacimento Lavorato dagli Antichi.
Lo stesso nome altro non è che la corruzione del nome Cornalino o Cornalina, da Monte Cornio che sovrasta la località e che deriva dalla presenza di Cornalina, una roccia silicea colorata e molto ricercata dagli Etruschi e dai Greci (in una delle prime gallerie, detta dei Francesi, venne ritrovata una grotta che conteneva una sepoltura con del vasellame ed una moneta di Filippo il Macedone datata 300 circa A.C.).
La storia moderna inizia nel 1872 a seguito della Relazione dell’Ing. T. Haupt. Consulente del Granduca di Toscana per lo sviluppo delle miniere in Toscana.
Dopo una serie di ricerche che dettero scarsi risultati, l’industriale Swazenberg individuò i filoni più ricchi che dettero luogo allo sfruttamento moderno. E’ stata questa una delle più terribili miniere dell’Amiata; gallerie strettissime e ancor più stretti budelli, con il materiale che doveva essere estratto in gran parte a mano con carrette, scarso l’uso della polvere da sparo e la meccanizzazione quasi del tutto assente, di fatto tutti i lavori erano svolti con la sola forza delle braccia e molto utilizzati i bambini e le donne per entrare e scavare nei piccoli cunicoli.
Importante e fondamentale il lavoro delle donne in questa miniera, che erano per lo più utilizzate nel lavaggio del materiale estratto per arricchirlo in cinabro, la scarsa tecnologia dei forni consentiva infatti il solo trattamento di materiale molto ricco in Cinabro e la metodologia consisteva nell’asportare le rocce e le terre non mineralizzate e formare delle palle con argilla e roccia che, una volta essiccate, venivano passate ai forni, per questo motivo le donne del Cornacchino erano dette Pallatrici e che per alcuni periodi rappresentarono circa il 50% della forza lavoro.
Il lavoro delle donne terminò quando nel 1897 venne chiamato alla Direzione della miniera l’Ingegnere boemo Vincenzo Spirek che portò la tecnologia nuova dei Forni Cerman-Spirek che riuscivano a passare anche il materiale più povero e cadde quindi la necessità dell’arricchimento.
E’ stata anche la prima miniera dove si sono sviluppati i primi casi conclamati di Silicosi, malattia professionale dei Minatori, che sconosciuta all’epoca venne battezzata Cornacchinite.
La storia di questa Miniera si conclude all’incirca nel 1918, quando venne messa in manuten zione e nel 1924 venne definitivamente depositata la concessione di sfruttamento.
Testo: Cesare Papalini
Galleria fotografica
Foto di Michele Ruffaldi Santori, VIDEO GRAFICA 01 – Grosseto