Museo Minerario di Santa Fiora, Video
Museo Minerario Santa Fiora
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, sito nella piazza Garibaldi di Santa Fiora è stato realizzato per testimoniare la storia delle miniere e dei sacrifici compiuti dai minatori, poiché “in quel piccolo mondo di sofferenze e di ingiustizie splendeva una luce di umanità che è forse quella di cui abbiamo bisogno per costruire il futuro”.
Padre Ernesto Balducci
Villaggio Minerario del Siele, Video
Villaggio Minerario del Siele, Video
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
Il Siele ha mantenuto a lungo i caratteri di un vero e proprio villaggio minerario con il palazzo della direzione, i manufatti e gli impianti industriali funzionali alla estrazione, lavorazione e distillazione del cinabro, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti, una piccola scuola primaria, la cappella, lo spaccio, un’infermeria, le docce e gli altri edifici utili all’attività mineraria e alla vita delle famiglie dei tecnici che lo hanno abitato.
Dell’antico sito ottocentesco rimangono oggi solo alcune significative tracce. Durante i centotrenta anni della sua storia il villaggio minerario ha conosciuto ininterrotti e pesanti rimaneggiamenti: si sono abbattuti i vecchi manufatti per far posto a nuove e più funzionali opifici, sono stati demoliti i castelli dei pozzi che scendevano alle gallerie di escavazione, gli antichi forni Spirek sono stati sostituiti da impianti di distillazione più moderni e produttivi.
Ciò nonostante, è ancora forte l’emozione che dà il Siele: il vecchio villaggio minerario adagiato sul fondo di una gola cupa, cui fanno corona ombrosi boschi di querce e cerri, non cessa di sorprendere e colpire la fantasia di chi ha l’occasione di visitarlo.
Tra gli edifici recuperati si staglia l’intrigo inquietante dei tubi e delle torri dei forni Pacific con accanto l’edificio della frantumazione del cinabro e nei pressi il palazzetto dei neri con i suoi austeri archi di trachite. Di fronte, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti – balconi protesi dirimpetto la lussureggiante collina -, mostrano gli occhi sofferenti del lungo abbandono. Ed ancora, meraviglia la breve teoria degli stabili rosso cinabro con la chiesetta e i locali dei futuri archivi e delle sale multimediali che incontriamo entrando.
Su in alto sopra il cancello d’ingresso domina con la sua austera grazia la villa che ospitò i Rosselli e a sinistra, quasi in fondo al grande spiazzo, si apre il tunnel della galleria Emilia aperta ai visitatori nel suo primo tratto fino al pozzo Raffaello, uno dei più profondi con i suoi 350 metri sotto il livello del suolo. All’ospite meno distratto gli opifici, gli antichi fabbricati, il groviglio metallico dei forni e il cunicolo buio della galleria di carreggio rimandano alla durezza del pane strappato dai minatori alle viscere della terra.
La Miniera del Cornacchino, Video
La Miniera del Cornacchino
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
La storia mineraria di quest’area inizia da tempi lontanissimi, come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo, infatti nella mappa del 1913 dell’Ing. C. De Castro, viene riportata una Linea del Giacimento Lavorato dagli Antichi.
Lo stesso nome altro non è che la corruzione del nome Cornalino o Cornalina, da Monte Cornio che sovrasta la località e che deriva dalla presenza di Cornalina, una roccia silicea colorata e molto ricercata dagli Etruschi e dai Greci (in una delle prime gallerie, detta dei Francesi, venne ritrovata una grotta che conteneva una sepoltura con del vasellame ed una moneta di Filippo il Macedone datata 300 circa A.C.). La storia moderna inizia nel 1872 a seguito della Relazione dell’Ing. T. Haupt. Consulente del Granduca di Toscana per lo sviluppo delle miniere in Toscana.
Dopo una serie di ricerche che dettero scarsi risultati, l’industriale Swazenberg individuò i filoni più ricchi che dettero luogo allo sfruttamento moderno. E’ stata questa una delle più terribili miniere dell’Amiata; gallerie strettissime e ancor più stretti budelli, con il materiale che doveva essere estratto in gran parte a mano con carrette, scarso l’uso della polvere da sparo e la meccanizzazione quasi del tutto assente, di fatto tutti i lavori erano svolti con la sola forza delle braccia e molto utilizzati i bambini e le donne per entrare e scavare nei piccoli cunicoli.
Cornacchino, La Miniera
Siele, Il villaggio e la miniera
Fotogalleria Archivio Storico
Foto di Autori Vari
Le immagini storiche della Miniera del Cornacchino nelle sue fasi di attività mineraria, la cui storia inizia da tempi lontanissimi come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo.
Lo stesso nome altro non è che la corruzione del nome Cornalino o Cornalina, da Monte Cornio che sovrasta la località e che deriva dalla presenza di Cornalina, una roccia silicea colorata e molto ricercata dagli Etruschi e dai Greci (in una delle prime gallerie, detta dei Francesi, venne ritrovata una grotta che conteneva una sepoltura con del vasellame ed una moneta di Filippo il Macedone datata 300 circa A.C.).
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Siele, Il Villaggio e la Miniera
Siele, Il villaggio e la miniera
Fotogalleria Archivio Storico
Foto di Autori Vari
Il Siele è la prima miniera di mercurio italiana ad entrare in attività. Con la costituzione a Livorno nel 1847 dello “Stabilimento mineralogico Modigliani” inizia la storia moderna dell’industria estrattiva sulla montagna amiatina che proseguirà lungo un cammino di oltre 130 anni.
L’azienda dovrà affrontare nei suoi primi anni di vita non poche difficoltà legate alla ricerca, alla distillazione del minerale, ai forti investimenti richiesti rispetto ai magri risultati economici raggiunti. Problemi che porteranno sul finire degli anni cinquanta all’uscita dalla società dei primi proprietari – Cesare Sadun e Angelo e Salomone Modigliani –, al fallimento dell’impresa e all’acquisto, nel 1865, dello stabilimento mercurifero del Siele dal tribunale di Livorno di Emanuele Rosselli, agiato commerciante della città portuale labronica.
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Foto Museo di Abbadia San Salvatore
MUSEO
Fotogalleria Museo di Abbadia San Salvatore
Foto di Michele Ruffaldi Santori, Video Grafica 01 – Grosseto
Un viaggio nella storia affascinante, talora misteriosa del mercurio e del suo minerale, il cinabro, e attraverso le vicende di popolazioni, di villaggi, di montagne che questo minerale hanno vissuto e che dalla distillazione di questo metallo hanno ricavato prosperità, sviluppo, ma anche drammi sofferenze, sacrifici. Il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata; il valore storico e culturale di questo patrimonio devono essere preservate e di conseguenza essere messe in evidenza.
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DEL MUSEO DI ABBADIA SAN SALVATORE
Foto Museo di Santa Fiora
MUSEO
Fotogalleria Museo delle Miniere di Santa Fiora
Foto di Michele Ruffaldi Santori, Video Grafica 01 – Grosseto
Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, sito nella piazza Garibaldi di Santa Fiora è stato realizzato per testimoniare la storia delle miniere e dei sacrifici compiuti dai minatori, poiché “in quel piccolo mondo di sofferenze e di ingiustizie splendeva una luce di umanità che è forse quella di cui abbiamo bisogno per costruire il futuro”.
Padre Ernesto Balducci
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DEL MUSEO DELLE MINIERE DI SANTA FIORA
Foto Miniera del Cornacchino
MINIERA
Fotogalleria Miniera del Cornacchino
Foto di Michele Ruffaldi Santori, Video Grafica 01 – Grosseto
La storia mineraria di quest’area inizia da tempi lontanissimi, come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo, infatti nella mappa del 1913 dell’Ing. C. De Castro, viene riportata una Linea del Giacimento Lavorato dagli Antichi.
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DELLA MINIERA DEL CORNACCHINO
Foto Miniera del Morone
MINIERA
Fotogalleria Miniera del Morone
Foto di Michele Ruffaldi Santori, Video Grafica 01 – Grosseto
La miniera del Morone è situata poco fuori l’abitato di Selvena, da cui dista circa 1 chilometro, a una quota di cinquecento metri sul livello del mare. L’area mineraria, dominata dai ruderi del castello medievale aldobrandesco di Rocca Silvana, era un sito conosciuto già al tempo degli etruschi e durante il medioevo, come risulta da documenti antichi e reperti rinvenuti, perché ricca di antimonio e vetriolo, nonché di mercurio.
Tuttavia, si dovrà aspettare il 1850 per la ripresa dell’attività mineraria, quando la Società Industriale Stabilimento Mineralogico Modigliani, proprietaria della miniera del Siele, sotto la direzione dell’ingegnere francese Alfredo Caillaux – primo tecnico a redigere una relazione esaustiva sui giacimenti amiatini e a individuare con precisione gli sviluppi minerari dell’Amiata riconoscendo il valore delle tre aree, Siele-Morone-Abbadia, come le più importanti –, eseguì alcuni lavori di esplorazione scoprendo una discreta abbondanza di cinabro.
Nonostante questi ritrovamenti i lavori non proseguirono e qualche anno dopo, nel 1871, Don Bosio Sforza, conte di Santa Fiora, cedette per 99 anni a Filippo Schwarzenberg e ai suoi eredi il diritto esclusivo di escavazione.
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DELLA MINIERA DEL MORONE
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